Saldi nella speranza - CARITAS TARVISINA

Saldi nella speranza

“In questo processo è fondamentale imparare a voler bene, ad amare le persone per quello che sono e non per quello che noi vorremmo. Si tratta di accogliere, proteggere, promuovere e portare a pienezza la vita dell’altro. Ma oltre a voler bene è importante che maturiamo anche il desiderio di bene per l’altro. Un bene che è capace di andare oltre il piccolo orizzonte dei nostri interessi personali.”

Il tempo che stiamo vivendo sembra aver inghiottito molte delle nostre certezze e delle nostre abitudini quotidiane. Siamo sprofondati in un immenso disorientamento e ci siamo ritrovati profondamente vulnerabili. La nostra esistenza ha imbarcato l’acqua della paura e dell’incertezza. Ci siamo accorti che da tanto tempo avevamo smesso di ascoltare il battito del nostro cuore ed il respiro di tutto il creato. Ci siamo dimenticati di gustare la bellezza ed il limite del nostro essere uomini. Abbiamo vacillato perché ci credevamo invincibili e ci siamo ritrovati immersi in una corsa, senza avere una rotta comune, senza una stella polare che ci orienti.

Il nostro Vescovo Michele, con la sua lettera pastorale Saldi nella speranza, ci invita ad aprire il cuore e l’animo per vivere bene il tempo e saperci prendere cura delle relazioni. Oggi viviamo in un tempo in cui la ricerca del bene individuale sembra aver soppiantato il valore del bene comune. Le forme di un antropocentrismo narcisista, di una autoreferenzialità ipertrofica hanno indebolito il volto della comunità, hanno reso vulnerabili i legami ed indebolito le relazioni. L’uomo si pone come fine a sé stesso e non riesce più a riconoscere l’altro. Rischia di sprofondare nella deriva dell’homo homini lupus est.

Perdendo la dimensione del noi, diventiamo nemici e perdiamo anche la dimensione dell’umano. Ci siamo dimenticati una dimensione fondamentale che è quella della fraternità. Quando essa viene meno, si frantumano i principi della solidarietà e della giustizia. Stiamo sempre più smarrendo l’armonia della vita. Abbiamo bisogno di recuperare un’ecologia integrale che ci aiuti a riscoprire il valore del dono e la responsabilità della salvaguardia della vita, del futuro, della speranza. Quello che abbiamo e siamo, ci è affidato, non è proprietà privata. Ha una finalità precisa che è il bene di tutti. Nelle relazioni con le persone, con Dio, con il creato prima di tutto, va affermato lo stile della comunione e della condivisione.

Nella vita è fondamentale costruire relazioni di bene. È importante che ci alimentiamo di cose buone, che nutrono l’animo ed il cuore infondendo fiducia, serenità e speranza. In questo processo è fondamentale imparare a voler bene, ad amare le persone per quello che sono e non per quello che noi vorremmo. Si tratta di accogliere, proteggere, promuovere e portare a pienezza la vita dell’altro. Ma oltre a voler bene è importante che maturiamo anche il desiderio di bene per l’altro. Un bene che è capace di andare oltre il piccolo orizzonte dei nostri interessi personali.

Il Vescovo Michele, in relazione a quanto viviamo ci ha fatto dono di queste preziose parola di esortazione:

Prendiamoci cura gli uni degli altri. Ascoltiamo le esigenze, le domande e il grido che sorgono negli uomini e nelle donne di oggi, assumiamo le ferite e le fatiche del nostro tempo, solidali con il destino di ciascuno, nostro fratello, nostra sorella, noi tutti, fratelli e sorelle universali. Chiniamoci sulle ferite del nostro tempo e incontriamo il Signore che sta già vivendo con noi. La prudenza che ci insegna a seguire le precauzioni necessarie per affrontare al meglio la pandemia è anche la virtù che nell’agire ci permette di cogliere il giusto e il bene possibile in ogni situazione e orienta tutte le capacità delle persone e delle comunità per poterlo realizzare. Ognuno rimanga in relazione con gli altri per ascoltarsi reciprocamente, per capire a che punto del cammino ci si trova, per decidere qualche passo significativo da fare insieme. Cerchiamo le persone sole. Valorizziamo la vita, l’apporto e la ricchezza delle famiglie. Accogliamone e accompagniamone le fatiche e le fragilità. Nelle attività che potremo svolgere privilegiamo gli incontri di condivisione rispetto a quelli soltanto organizzativi. Nelle Collaborazioni pastorali e nelle Parrocchie sarà bene decidere insieme sul territorio i modi e i tempi concreti di incontro, valutazione e azione. È importante che ci si possa guardare e incontrare e in ogni situazione non rimanere isolati. Durante il confinamento abbiamo visto che chi aveva intessuto solide relazioni ha potuto affrontare con più forza e sicurezza il periodo di emergenza. Chi invece faceva da solo, si è ritrovato solo. Rivolgo a tutti un invito alla fortezza: tra le decisioni possibili, si prendano quelle meno comode, quelle che costringono ad uscire da sé stessi, ad incontrare, ad allargare lo sguardo, ad includere, ad accogliere. La ricompensa sarà maggiore (Vescovo Michele Tomasi, Saldi nella speranza)

La cura delle relazioni ci permette di essere umani, di umanizzare la nostra vita, di darle colore, consistenza, bellezza. Soltanto all’interno delle nostre relazioni noi veniamo salvati dall’amore di Dio: «nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare» (Papa Francesco, Fratelli tutti, 87).


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