“Siamo chiamati a vivere la responsabilità del voto. Ci sono delle sfide molto importanti sulle quali non possiamo rimanere indifferenti, né lasciarci risucchiare dalle logiche di un voto superficiale di protesta o di comodo”
Domenica prossima 25 settembre siamo chiamati a vivere la responsabilità del voto. Si tratta di essere partecipi alla costruzione della res pubblica e di delineare quale futuro, quali prospettive desideriamo per il nostro Paese e per le nuove generazioni. Potremo fermarci ai luoghi comuni che definiscono la politica come qualcosa di inquinato e che esprimono un disinteresse alla partecipazione. È necessario prendere consapevolezza che la politica non è una dinamica che si può appaltare in toto a politici ed amministratori. Per sua natura è partecipazione e ha bisogno del continuo interesse di ogni singolo cittadino. È importante uscire dalle logiche del proprio tornaconto personale e mettere al centro il bene comune. Forse la classe di dirigenti, che ha guidato e che si propone di guidare il nostro Paese, ci sembra poco credibile, ma indubbiamente è legata anche al disinteresse e alla superficialità con cui viviamo la nostra personale partecipazione all’azione politica.
Domenica 25 settembre è una tappa molto importante e siamo chiamati ad esprimere una scelta che sia frutto di un serio discernimento, come cittadini e anche come cristiani. Personalmente nutro forti preoccupazioni per il futuro del Paese, da almeno tre punti di vista: il diffondersi di pulsioni illiberali, il ruolo e la collocazione dell’Italia nel contesto internazionale, il diffondersi di proposte demagogiche che, se adottate, condurrebbero la nostra nazione al default economico. Ci sono delle sfide molto importanti sulle quali non possiamo rimanere indifferenti, né lasciarci risucchiare dalle logiche di un voto superficiale di protesta o di comodo. Veramente dipende del nostro futuro da queste sfide relative a: questione sociale, questione ambientale, guerra, immigrazione, investimento su volontariato e terzo settore, famiglia, legalità e lotta alle mafie, vigilanza sui caposaldi della nostra democrazia costituzionale. Allora non disertiamo il voto né viviamolo con leggerezza.
Condivido alcune riflessioni di Elena Ugazio, segretaria della CISL Piemonte Orientale che ho trovato molto stimolanti in riferimento all’opportunità elettorale che ci è offerta. Scrive: Quella che stiamo vivendo è una fase storica particolare: veniamo da due anni e mezzo di pandemia a cui si aggiungono sei mesi dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina che ha portato con sé tensioni sul piano internazionale e un aggravarsi delle condizioni economiche del nostro Paese. In questa stessa fase ci accingiamo a vivere le elezioni politiche, appuntamento fondamentale per delineare quale modello di società vogliamo. Alla politica chiediamo che in campagna elettorale si misuri sui problemi concreti e non si riduca a parlare alla pancia della gente con facili slogan o promesse non realizzabili perché non possiamo permettercelo.
Ma se chiediamo questo alla politica anche noi cittadini siamo chiamati a fare la nostra parte responsabilmente. Ce lo ricorda bene Papa Francesco: «La democrazia richiede partecipazione e coinvolgimento di tutti e dunque domanda fatica e pazienza». Ed il modo per partecipare per noi cittadini parte dal voto. I dati dell’astensionismo, che sono cresciuti a dismisura nelle ultime tornate elettorali, non possono lasciarci indifferenti, perché se da una parte possono rappresentare una protesta dall’altro rappresentano una mancanza di volontà di esercitare il proprio ruolo di cittadini. Troppo facile scegliere la scorciatoia di criticare senza mai assumersi responsabilità in prima persona, invece va riscoperto il valore della partecipazione alla costruzione della “res pubblica” come bene comune. Allora dobbiamo riaffermare con forza la centralità del voto non solo come diritto, ma anche come dovere, come ben esplicitato dall’art. 48 della nostra Costituzione. Dovere che va esercitato sempre anche nel prossimo appuntamento elettorale. Quello di Papa Francesco è un monito importante per tutti …. Le nostre priorità si possano sintetizzare in tre principi guida: solidarietà, equità, sostenibilità. Solidarietà non intesa come qualche atto sporadico di generosità, bensì come una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, capace di fare il passaggio dall’io al noi. Solidarietà che si declina in accoglienza del diverso, dello straniero, del povero, è per noi cristiani un imperativo categorico perché è in quelle persone che si ritrova la Persona. Equità in tema fiscale dove la progressività, sancita dalla Costituzione, che ha permesso a tutti di accedere ad un sistema di protezione sociale e sanitario, deve rimanere il criterio altrimenti un sistema diverso metterebbe in forte discussione anni di conquiste su questi temi. Equità nell’accesso al lavoro per giovani e donne ed alla pensione con una particolare attenzione a chi svolge lavori gravosi e usuranti. Infine la sostenibilità che per noi è innanzitutto sociale ed a questa si lega quella ambientale ed anche di legalità. Per fare tutto questo lo strumento è quello del dialogo sociale: unica strada per fare avanzare riforme ed investimenti; ed il perimetro d’azione è l’Europa. Sono molteplici le sfide e le sapremo vincere solo insieme partecipando ad una politica con la P maiuscola che come ci ricorda il Papa «è incontro, riflessione ed azione».
Don Davide Schiavon
20 settembre 2022