“Isole di misericordia” - CARITAS TARVISINA

“Isole di misericordia”

donSiamo all’inizio di un tempo di grazia come quello della Quaresima nel quale, ancora una volta, Dio Padre ci chiama alla conversione, ci chiama a Lui. Credo sia importante che prima di impegnarci in tanti buoni propositi ci disponiamo a lasciarci incontrare dalla Sua Misericordia. La vera conversione è riscoprire dentro le trame della nostra storia il primato dell’Amore di Dio, è tornare da Lui con cuore di figli e lasciarci custodire dalla Sua Carità infinita. Abbiamo bisogno di ritrovare la verità, di ricomprendere la cifra di quell’umano che è sempre più smarrita dentro il vortice dell’individualismo e dell’indifferenza. È necessario allora che con molta umiltà ci mettiamo in cammino verso il cuore misericordioso del Padre per ritrovare la nostra verità e la nostra libertà. Il cammino quaresimale possa essere per l’umanità intera un ritorno a casa per assaporare la bellezza e la bontà della propria vita, della fraternità con gli altri e della fedeltà di Dio all’uomo.

Sovente la cronaca di tutti i giorni ci rimanda segnali negativi, toglie speranza e fa crescere le nostre paure ed incertezze. Si sono persi i colori e tutto ci appare grigio e scuro. La Quaresima è un cammino di conversione e verità per ritrovare la bellezza dei colori, la gioia della vita, la freschezza di relazioni autentiche che ci aiutino a superare il rischio dell’indifferenza e dell’egoismo. Avvertiamo la necessità di ritrovare quella semplicità del cuore che smonta ogni pregiudizio, ogni sospetto, ogni paura e ci rende veramente liberi. Questo cammino quaresimale che si colloca dentro l’anno giubilare della misericordia assume un tono particolare ed unico. Siamo allora invitati a riscoprire e vivere il bello ed il buono che è in noi e negli altri, lasciandoci prima di tutto guarire dall’Amore di Colui che è il Pastore Buono e Bello della nostra esistenza. Lasciamoci toccare dalla sua Misericordia.

Prima di tutto siamo chiamati a guardare alla bellezza di un Dio che è Padre misericordioso. Come ricorda Papa Francesco: Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade”. L’amore senza misura di Dio è la nostra forza e ci aiuta a cogliere i tratti della bellezza con la quale ci ha pensati e posti dentro la storia. È la bellezza di comprendere, passo dopo passo, che nulla nella nostra vita è a caso e che tutto è dono di Dio.

In secondo luogo siamo chiamati a guardare alla bellezza dell’altro e a stupirci dinanzi al dono della fraternità che ci unisce tutti in un’unica famiglia umana. È la bellezza della pace e della comunione che non conosce confini di sorta. Sempre con le parole di Papa Francesco impariamo a riconoscere la straordinaria ricchezza che è nel fratello che la Provvidenza del Padre pone sul nostro cammino. “La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cristo e così diventare come Lui. Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo i sacramenti, in particolare l’Eucaristia. In essa diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. In questo corpo quell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostri cuori, non trova posto. Poiché chi è di Cristo appartiene ad un solo corpo e in Lui non si è indifferenti l’uno all’altro. “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui” (1 Cor12,26)”.

Un terzo aspetto è la bellezza di essere, nella povertà della nostra umanità, segno di questa bellezza. Siamo chiamati ad essere isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza. Come possiamo vivere questa gioia e bellezza ? Attraverso la testimonianza di una vita coerente e fedele al dono ricevuto da Dio. Si tratta di vivere la bellezza di gesti concreti che ci riportano ad un profondo realismo che ci svela che la fraternità e l’affidamento a Dio sono la verità dell’uomo. Senza solidarietà e senza fede non c’è futuro per l’uomo. La storia dei nostri giorni è la pagina sulla quale siamo chiamati con la Grazia di Dio a scrivere una storia nuova. Vivere l’itinerario quaresimale significa dare concretezza agli appelli forti che il Signore Gesù ci rivolge e che spesso noi archiviamo rinchiudendoli nei meandri di ideologie utopistiche o lasciandoli sprofondare nelle sabbie mobili di progettazioni pastorali astruse ed ingarbugliate. Dobbiamo dare contenuto ad espressioni che purtroppo sono rimaste vuote. Intraprendere il cammino di nuovi stili di vita non può ridursi a fare delle belle conferenze, ma deve spingerci a gesti concreti di condivisione delle nostre risorse per un cammino di giustizia e solidarietà. Chi ha deve fare parte con chi non ha; chi è sprofondato nella solitudine deve essere al centro delle nostre relazioni; chi è forestiero va ascolto; chi è povero va soccorso; chi ha sbagliato va aiutato a rialzarsi. Qui si gioca il futuro della nostra credibilità di credenti nel vivere la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità in modo molto concreto. Fino a quando non vivremo questa concretezza la nostra vita e le nostre comunità continueranno a rimanere molto distanti dal Vangelo della Misericordia. È il tempo in cui siamo chiamati a scardinare i circoli viziosi delle nostre ipocrisie per respirare l’aria nuova della bellezza della Carità e della Miserciordia. L’augurio profondo per questa quaresima è di ricordarci sempre che “avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro”.


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