L’amore fermerà la tempesta - CARITAS TARVISINA

L’amore fermerà la tempesta

«…un silenzio assordante, ma pieno della presenza di Dio»
«Grazie per la vostra vicinanza e la vostra preghiera. Sentirvi così vicini ci dà forza e ci fa bene. Grazie»

 

Stiamo vivendo un tempo di prova nel quale stiamo sperimentando, da una parte, la nostra umana fragilità e dall’altra il legame profondo che ci unisce, che ci rende un’unica famiglia. Sono giorni che mettono a nudo la nostra umanità ferita e che ci aiutano a cogliere come abbiamo scelto stili e prospettive di vita che non garantiscono la giustizia ed il rispetto della dignità per tutti. Ce lo ha ricordato in maniera chiara e profonda Papa Francesco nella preghiera di venerdì 27 marzo in una Piazza San Pietro deserta, in un silenzio assordante, ma pieno della presenza di Dio:

«Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti. Anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme (…) La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.»

 La domanda di Gesù riguarda tutti: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?

«In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”».

Questa tempesta ci può aiutare a ritrovarci nella nostra umanità, è una possibilità per riscoprire legami profondi di comunione che sovente diamo per scontati e viviamo in modo superficiale. In questi giorni come Caritas diocesana stiamo facendo esperienza della bellezza di sentirci parte viva di una chiesa che ogni giorno si impegna ad abitare l’umano, con le sue gioie e con i suoi dolori, i suoi punti di forza e le sue ferite. È bello sentire la forza dell’amore che scorre anche dentro un cammino silenzioso di chiesa, è bello vivere la condivisione di difficoltà e speranze con altre caritas diocesane, è bello sentire la comunione profonda che ci lega a molte chiese sorelle e anche a tanti fratelli di altre religioni. Sono relazioni fondate in Cristo e proprio per questo generative di vita, di orizzonti nuovi. Più di qualche volta qualcuno ha sollevato dei dubbi sul valore di queste relazioni.

In questo tempo di fatica la risposta più bella arriva dalla prossimità e dalla vicinanza di chiese e fratelli sparsi in vari angoli del mondo. Ecco alcuni messaggi che ci sono arrivati e che ci indicano la rotta dove indirizzare la barca della nostra vita, la barca dell’umanità:

“Buona sera don Davide. Io e la mia famiglia siamo molto preoccupati per quello che veniamo a sapere circa l’epidemia del coronavirus in Italia. Preghiamo molto che Dio protegga te, la Caritas e tutta la gente. Fateci avere vostre notizie. Preghiamo ogni giorno per voi” (dott. Jules Zande – Caritas Bondo – Repubblica Democratica del Congo).

“Carissimo don Davide, ciao, come state? Vedo che in Italia la situazione è drammatica. Sembra un film, non ci si può credere. Adesso il virus è arrivato anche in Serbia. Noi non siamo preparati a questa emergenza. Nella comunione che ci unisce in Cristo, ci affidiamo a Lui perché ci liberi da ogni male”. (Rade Ljubicic – Direttore Caritas Valjevo – Serbia).

“…sono così affranto nel sentire quello che sta capitando nel vostro paese. Così tante persone affette dal coronavirus. Solo Dio può salvare l’umanità. Noi tutti qui stiamo pregando per voi. Prendetevi cura di voi, sono così preoccupato per la vostra salute. Grazie della vostra testimonianza di carità che ci date continuando a prendervi cura dei poveri. Dio vi benedica”. (Padre Albert Thambidurai – Direttore Caritas Trichy – India).

“Carissimo fratello don Davide e carissimi amici della Caritas Treviso, in questi anni è cresciuta la comunione e la fraternità tra di noi. Siamo molto preoccupati per quello che sta capitando a casa vostra. Continuiamo a sostenervi con la nostra preghiera e con la nostra amicizia. Possa il Dio della Vita darvi consolazione per i morti e speranza per i vivi”.

(Don Francis Barandao, Direttore Caritas Kara, Togo).

“Caro Fratello mio in Cristo, don Davide, ringrazio Dio che state tutti bene e che state aiutando i più deboli in questo difficile momento. Ci uniamo a voi per pregare per i malati e anche per quelli che sono morti. Il Covid19 si sta diffondendo anche nel nostro paese. Finora, abbiamo sei persone che sono malate e ringraziamo che nessuno è morto e che si stanno riprendendo. C’è un solo ospedale dove le persone possono essere controllate e curate, e il nostro paese è così grande. Che Dio ci benedica tutti! Il tuo fratellino in Cristo”

(Padre Furaha Aggrey Ntasamaye – Direttore Caritas Mbeya – Tanzania).

“Voi siete la mia famiglia, la mia casa. Quello che sta capitando mi sta ferendo molto. Prego per voi, per la “mia” Italia. Dio ci doni salvezza e pace, in Italia e in Mali”.

(Ahmadou Tounkara – operatore Caritas Tarvisina in Mali).

“Anche in questa grave situazione continuiamo a rimanere in comunione tra chiese. Dio è la nostra forza, Dio è la nostra guarigione, Dio è la nostra salvezza. Camminiamo insieme”.

(Don Michele Piovesan, fidei donum della Diocesi di Treviso a Pichari –Perù).

“A Bergamo stiamo vivendo un dramma, una vera a propria tragedia. Grazie per la vostra vicinanza e la vostra preghiera. Sentirvi così vicini ci dà forza e ci fa bene. Grazie”.

(Don Roberto Trussardi, Caritas di Bergamo).

La comunione in Cristo e la carità sono più forti di ogni tempesta. La vita vincerà e ci salveremo INSIEME.

 


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