Ascoltare il grido delle donne - CARITAS TARVISINA

Ascoltare il grido delle donne

Sempre più in questo tempo arrivano nella nostra accoglienza femminile sempre più donne con gravi difficoltà. Sono donne italiane e straniere, con storie faticose e con molti sogni spezzate. Donne tramortite dalla violenza della vita, incapaci di riprendere in mano il sottile filo della speranza. Donne che gridano aiuto e che trovano solo sordità ed indifferenza. È impressionante come da una parte si continuino a promuovere iniziative per affermare il valore e i diritti della donna, e dall’altra nella pratica concreta, nell’agire delle istituzioni si alimenta la logica dello scarto. Dinanzi a chi sta affogando nel mare della disperazione, si innesca il valzer dello scarico delle responsabilità. Si va in cerca di tutti i cavilli burocratici pur di non prendere in carico situazioni che vengono semplicemente accostate come patate bollenti da evitare e non come domande che riguardano tutti. Si promuovono convegni e studi preziosi sul welfare generativo e poi, nel quotidiano vediamo lacrime amare rigare il volte di donne giovani e mature, incatenate ad una prospettiva di morte, che si dimenano disperate per uscire dalle paludi dell’alcol, della prostituzione, dello sfruttamento … dell’infelicità, del non senso.

Nell’ultimo periodo sono arrivate delle ragazze, poco più che maggiorenni. Segnate da una violenza spaventosa. Il loro corpo è stata già profanato. Mostrano il volto duro di chi si impone da resistere, e poi nell’angolo della loro stanza stringono un orsacchiotto di peluche, quasi a cercare un po’ di protezione da tanti pensieri cattivi, un po’ di quella leggerezza persa troppo precocemente e non per propria responsabilità.

Alcune brevi informazioni per non fare finta di non sapere, per non girarci dall’altra parte. Non parliamo di prostituzione, ma di schiavitù e sfruttamento. Questa è la prima cosa da ricordare quando riflettiamo sulla condizione delle donne vittime della tratta. Osservando il fenomeno migratorio e la composizione degli arrivi si può immediatamente notare che la maggior parte delle persone sono uomini, generalmente giovani, ma soprattutto uomini. C’è però una presenza che non passa inosservata, quella di molte donne, spesso giovanissime, in stato di gravidanza o già accompagnate dai loro figli. La situazione delle donne che scappano da diversi paesi per raggiungere l’Europa è molto particolare. Sappiamo con certezza, dalle molteplici testimonianze raccolte nel tempo, che la maggioranza ha subìto ogni tipo di abuso, prima di tutto sessuale, da parte dei numerosi trafficanti nei quali si sono imbattute e dei quali, frequentemente, rimangono incinta. Ma non solo. Molte donne riescono a raggiungere l’Europa perché inserite in uno specifico traffico di esseri umani, quello della tratta e dello sfruttamento sessuale.

Chiaramente questo viaggio ha un costo che, da quello che viene raccontato, si aggira intorno ai 60.000-70.000 euro. È un debito che viene stabilito e che paradossalmente assume proprio le sembianze di un contratto legale controfirmato davanti ad un avvocato. È quindi un contratto che riguarda la singola ragazza ma anche tutta la famiglia. Si può quindi comprendere quanto questo traffico sia ben strutturato e consolidato con pratiche fortemente vincolanti per le donne che vi finiscono. Ma purtroppo il livello di coercizione non finisce qui. Un altro vincolo che si crea e che ha anche maggiori ripercussioni sulla qualità di vita di queste donne, è il rito voodoo a cui vengono sottoposte prima della partenza, che è una protezione spirituale. Il voodoo è considerata una delle religioni ufficiali in Nigeria, quindi immaginiamo la valenza che ha per ciascuna di queste donne. Questo vincolo spirituale diventa una prigionia in una seconda fase, perché alle donne che cercano a un certo punto di ribellarsi a chi le ha ridotte in condizioni di schiavitù vengono poi avanzate delle minacce sulla propria persona. Ma quello che è ancora più difficilmente tollerabile è quando queste minacce vengono rivolte ai propri familiari. Questa è solo la fase di iniziazione al lungo percorso che queste donne stanno per intraprendere. Il viaggio stesso è un’esperienza mortificante, devastante, dove le donne vengono sottoposte a dei maltrattamenti e a delle violenze fisiche. In alcune situazioni sono saltate fuori delle maternità da queste violenze. Donne da ammirare perché hanno portato avanti la loro gravidanza, però con la difficoltà di avere costituito un nucleo mono parentale, che spesso rimane tale per la paura di costituire nuovi legami. Una volta arrivate in Italia, o nel paese di destinazione, le donne vengono consegnate, sempre attraverso organizzazioni criminali, a delle madame che si occupano del loro sfruttamento. La madame è una donna generalmente più adulta, considerata una figura di riferimento e protezione, ma che in realtà è solo un’altra pedina all’interno del fenomeno della tratta. Inizia così la condizione di vera e propria schiavitù di queste donne, in uno stato di grande isolamento e marginalità.

La tratta appare quindi come un fenomeno fortemente organizzato e solido, non presente solo in quei paesi ad alta instabilità politica dove la mancanza di leggi permette a trafficanti e sfruttatori di portare avanti il loro business, ma anche perfettamente collegato con i paesi europei. Moltissime donne in Italia vivono attualmente in condizioni di schiavitù, e uscire dal circuito della tratta è un processo lungo e faticoso e spesso la stessa legge italiana non garantisce una sufficiente protezione. Viviamo una profonda mortificazione ogni volta che ci viene raccontata la lunga sofferenza a cui queste donne sono sottoposte. Sono condizioni di vita inaccettabili, una condizione di schiavitù che non dovrebbe più appartenere alla nostra storia attuale, che speravamo facesse parte del passato ma che purtroppo si riattualizza quotidianamente. Fermiamoci un istante, usciamo dai luoghi comuni e cominciamo a fare qualcosa per cambiare la storia.


Ultime notizie

Buon Natale 2023

Abbiamo piacere di condividere con voi gli auguri di Buon Natale che don Davide aveva scritto pochi giorni prima della sua scomparsa per tutti voi, certi che rappresentino un messaggio speciale e di speranza per le Sante Feste che ci prepariamo a vivere.   Carissimi, vi raggiungo con queste semplici parole, ma soprattutto con il

Chiusura 50 anni Caritas Tarvisina

Nei giorni scorsi abbiamo vissuto diversi momenti in cui è stato ricordato come abbiamo celebrato i 50 anni di cammino insieme. Ad inizio del 2023 abbiamo condiviso che “i 50 anni di Caritas Tarvisina invitano a far memoria di una storia di Chiesa custodita e accompagnata dalla grazia dello Spirito Santo. È una storia che

Fare silenzio e rompere il silenzio

L’odio si può fermare solo con l’amore e questo chiede di mettere a terra scelte di giustizia, di tutela dei diritti e di osservanza dei doveri in ogni angolo della terra. Il diritto alla libertà e alla dignità è valido per tutti, non solo per una parte del mondo. Dinanzi all’immane tragedia della guerra che

Guarire dal cuore “corrotto”

Non fermiamoci ad analizzare la realtà o a tifare per una parte dell’umanità, impariamo a ricordarci che dietro a queste situazioni ci sono degli uomini, delle donne, dei bambini, delle storie … dei fratelli La nostra umanità sta vivendo giorni difficili e di grande smarrimento. Ogni giorno arrivano al nostro cuore notizie e immagine drammatiche