Tra il 25 e il 26 maggio si è conclusa la prima edizione della Corsa dei Miracoli, iniziativa promossa da Caritas Tarvisina che ha visto correre un totale di 1366 bambini nei circuiti individuati dalle scuole partecipanti: la scuola primaria Carmen Frova di Treviso, le scuole primarie Pascoli e Bindoni di Treviso, la scuola primaria Gianni Rodari di Barcon di Vedelago e due istituti comprensivi: Mussolente e Noale.
In ogni circuito era presente un operatore Caritas per salutare i ragazzi e ricordare loro il motivo della corsa: contribuire tutti insieme al progetto Emmanuel in Togo, finalizzato alla costruzione di un casa accoglienza per bambini di strada, con una particolare attenzione al fenomeno dei bambini “sorciers”.
La giornata si è svolta in un clima sereno e di festa, dove i bambini si sono dimostrati entusiasti di poter correre in aiuto dei loro coetanei meno fortunati. Ad ogni giro percorso, si respirava la voglia di poter contribuire a questo ambizioso progetto, superando la fatica e, quando la stanchezza sopraggiungeva, facendo una pausa per poi subito ripartire. La cifra raccolta ammonta a 7.475 euro e verrà interamente devoluta al progetto. In totale si sono percorsi quasi 6000 km.
“La corsa dei miracoli non è stata una bella iniziativa della Caritas Diocesana, ma è stata un dono di Grazia che ha allargato i cuori di tanti bambini, ragazzi e famiglie che con il loro impegno hanno colmato la distanza con altri bambini più poveri” dice don Davide Schiavon, direttore della Caritas di Treviso, presente il giorno della corsa all’Istituto comprensivo di Mussolente. “È il miracolo dell’amore che riduce le distanze e rende praticabile ciò che di primo acchito sembra impossibile. È stato proprio bello sperimentare e vedere con i propri occhi come la solidarietà e la generosità siano contagiosi. Bambini e ragazzi hanno dato il massimo per correre il più possibile, per dare una possibilità nuova a dei loro coetanei che vivono in Togo. L’amore ha messo le ali ai loro piedi tanto che la somma dei chilometri percorsi è stata tale da colmare quasi la reale lontananza tra Treviso ed il Togo. La cosa più importante è stata scoprire come, con l’impegno e lo sforzo di ciascuno, si possano realizzare grandi progetti. Di fronte ad un mondo adulto che spesso alza bandiera bianca dinnanzi a sfide di generosità ed accoglienza, questi bambini ci hanno ricordato che nulla è impossibile quando si crede all’amore. È stata una grande lezione vedere ragazzi, anche con gravi difficoltà, impegnarsi per il bene degli altri e altrettanto commovente è stato vedere ragazzi che hanno corso un chilometro in più a nome di un loro compagno ammalato. È proprio vero: sono tempi bellissimi; sono bui e tristi solo nella testa e nel cuore di chi si lamenta sempre e non crede alla forza dell’amore.”
“Mercoledì 25 maggio, carica di curiosità, sono andata, assieme ad un’operatrice Caritas, alla scuola primaria di Barcon, frazione di Vedelago, per salutare i bambini che di li a poco avrebbero partecipato alla corsa dei miracoli. Siamo state accolte da un centinaio di piccoli entusiasti sorrisi e, dopo una breve introduzione al progetto, eravamo tutti pronti a partire. Le insegnanti avevano programmato una passeggiata attraverso stradine di campagna e la magnifica giornata di sole ha reso la corsa un momento di gioia ed allegria. L’impegno dei partecipanti, adulti e bambini, mi ha decisamente colpita. Era chiaro che fossero state spese ore ed energie per rendere speciale questo momento: ogni bambino aveva decorato una maglietta con il titolo dell’iniziativa, tutte le classi avevano compreso perché e soprattutto per chi avrebbero corso. Una volta tornati a scuola, i bambini hanno ricevuto l’attestato di partecipazione alla corsa; erano fieri di quel pezzo di carta, orgogliosi di essersi impegnati per i loro coetanei del Togo. Man mano che consegnavo, mi animavo sempre più e percepivo l’importanza del mio semplice gesto: credo che per questi bambini l’esperienza della corsa dei miracoli sia stata un’occasione di incontro con un mondo lontano che soffre, ma anche un modo per capire che attraverso gesti semplici, concreti e condivisi si può fare molto più di quello che ci si immagina.”
Silvia, anno di volontariato sociale Caritas Tarvisina