Spazio di riflessione dopo i fatti di Parigi
Venerdì notte, in maniera devastante, l’orrore di quanto accaduto a Parigi ha tolto il respiro, ci ha fatti precipitare in un baratro di incertezze e di paure paralizzanti. Lo sgomento, il terrore, la rabbia si sono mescolati dentro il nostro sangue lasciandoci tramortiti ai bordi di quella strada che chiamiamo civiltà. Avvertiamo fin nel profondo delle viscere che qualcosa si sta sgretolando, che le trame oscure del male ci stanno strappando dal cuore i doni fondamentali della pace e della libertà. Cosa sta succedendo ?
In queste ore si è innescata una significativa reazione di solidarietà e di prossimità verso questa parte di umanità ferita a morte in modo orribile e diabolico. Molte le azioni, i gesti, i silenzi per rispettare il dolore di vite innocenti strappate dalla barbarie della cieca violenza. E come usualmente capita in questi contesti si levano da più parti tante voci intente a fare analisi, a prendere posizioni, a cercare colpevoli. Ognuno ha la sua verità da mostrare non tanto per convincere gli altri, ma per anestetizzare quell’angoscia profonda che soffoca la spensieratezza di sorseggiare una birra al bar con gli amici o la piacevolezza di degustare in tranquillità un buon caffè. Mi sembra importante che si riesca ad andare oltre ai proclami, per abitare con tutte le nostre fragilità queste paure ed incertezze.
Credo, con molta umiltà, che prima di tutto sia importante il rispetto ed il silenzio per ogni vittima del terrore e della violenza. Per le vite spezzate a Parigi, quanto per tutte quelle che ogni giorno vengono inghiottite dalla morte a causa di guerre e violenze indicibili. Rispetto, silenzio e preghiera non sono una fuga dalla realtà, ma è il modo concreto di stare di fronte ad un male che è più grande, ma che è possibile abbattere insieme, con la forza dell’amore. È non lasciar cadere nessuna di queste vite nel violento vortice di una umanità che non riesce a far memoria e che rimuove facilmente ogni pagina di sofferenza e dolore. Credo sia il momento che da ogni angolo della terra si levi con forza il grido di condanna dinanzi alle continue stragi di innocenti che insanguinano i battiti della storia. È il momento di prendere in maniera forte le distanze da tutto ciò che è contro l’umanità, da quel cancro che spezza la vita, genera terrore e fa sprofondare negli abissi. Dobbiamo tutti quanti avere il coraggio di rompere la catena degli ammiccamenti e dei compromessi con i diversi Erode della storia che, accecati da logiche di potere e sangue, si accovacciano, in modo subdolo, alla porta della nostra quotidianità per rubarci ogni speranza. Abbiamo il dovere di camminare sulla via della schiettezza e della lealtà, per togliere ossigeno e campo ai signori del terrore e della guerra. È necessario ritrovare la forza dell’essere unica famiglia umana per disinnescare gli ordigni della disperazione, della vendetta, della contrapposizione, dell’odio. È nuovamente tempo per rimboccarci le maniche, per essere seminatori di pace e costruttori di vie di riconciliazione. Dinanzi al tentativo di globalizzare il terrore, siamo invitati a globalizzare la pace a Parigi, a Londra, a Roma, a Beirut, a Damasco, a Tripoli, a Kirkuk, a Treviso, in ogni angolo della terra.
È il momento della responsabilità e del coraggio per dare forma a quei desideri profondi che nutriamo nel cuore: pace e libertà per ogni uomo. È necessario che prendiamo in modo netto le distanze da quegli Erode che attraverso il commercio di armi, una finanza economica e disumana e mediante logiche di profonda ingiustizia, continuano ad oscurare il sorgere del sole su gran parte dell’umanità. Insieme dobbiamo trovare la via, anche se questo ci chiederà di rinunciare a qualche privilegio, per dire basta a tutte quelle logiche di potere che continuano a generare scie di ingiustizia e di sangue. La pace è un dono da costruire, giorno dopo giorno, in maniera silenziosa, ma chiede di uscire dalle dinamiche del compromesso e delle ambiguità. È necessario dire basta a chi oggi piange le vittime di questo odio cieco e domani, senza tante remore, firma contratti miliardari per vendere armi, predare materie prime, incrementare i propri affari. Tutto ciò significa continuare ad essere complici di chi semina morte e terrore. È il momento di smarcarci da queste logiche e di mettere in ginocchio Erode. Questo lo faremo se crediamo fermamente nell’amore, se onoriamo il valore sacro di ogni persona e se avremo il coraggio di rinunciare a qualcosa di “nostro” per il bene di tutti. È il tempo delle scelte e del coraggio !!!