“Il dono di un anno nuovo” - CARITAS TARVISINA

“Il dono di un anno nuovo”

donL’uomo di tutte le epoche è animato da un desiderio di felicità, da un anelito profondo di pace, di serenità, di amore eterno. Più volte poeti ed artisti hanno rappresentato ciò attraverso le loro opere d’arte. Il domani è una realtà che da una parte spaventa perché è ignoto, ma dall’altra affascina e stimola ad una continua ricerca attiva e responsabile. Dinanzi ad uno scenario che resta ancora incerto e sembra non offrire molte sicurezze, anche quest’anno molti hanno cercato di carpire le prospettive di quest’anno nelle stelle, nella faville dei falò dell’Epifania o in altre forme. Al di là delle forme, alcune delle quali sono discutibili, credo sia importante restare in ascolto del cuore e delle attese profonde di questa umanità che lotta, soffre e spera. Non possiamo banalizzare il bisogno di sicurezza, di pace che abita nel cuore dell’uomo, di ogni uomo di qualsiasi etnia e religione.

Con molta umiltà mi sembra importante che guardiamo a questo nuovo anno che ci è donato con la prospettiva tracciata da Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace Vinci l’indifferenza e conquista la pace. Il domani è certamente un dono che viene da Dio, ma è affidato anche alla nostre mani. Abbiamo una grossa responsabilità nel saper vivere l’oggi valorizzando ciò che è accaduto ieri e ponendo le basi per un domani di pace e fiducia. Non possiamo rimanere imprigionati nell’esasperazione del carpe diem che ci porta a consumare esperienze in maniera individualista e senza prospettiva alcuna. L’uomo continua a farsi del male quando non è più capace di vivere la vita e le esperienze quotidiane come dono. Quando tutto è percepito come realtà esclusiva che riguarda solo il proprio benessere, allora la dinamica è quella di consumare in maniere vertiginosa esperienze che però fanno scivolare verso il vuoto e l’isolamento. Credo sia questo il cuore di una crisi che sta attraversando l’umanità e che non è solo finanziaria ed economica. È una crisi dell’uomo con tutta la ricchezza delle sue relazioni, aspirazioni e desideri. Spero vivamente che in quest’anno troviamo la forza di stare dentro a queste fatiche, di cercare con assiduità quella cifra umana che abbiamo smarrito. È necessario che ci prendiamo per mano e che nella notte ci lasciamo guidare dalla stella della Vita.

Mi sembra necessario allora che ci sia un impegno da parte di tutti per spezzare le catene dell’ipocrisia e della menzogna che ogni giorno indeboliscono le relazioni e insanguinano l’umanità. È necessario riprendere il cammino per metterci alla ricerca della Verità, che non può mai essere vista come un possesso, una conquista, ma sempre come un nuovo punto di partenza. È fondamentale che a tutti i livelli si cerchi di rompere quella stagnazione dovuta all’ambiguità, al compromesso, al cuore corrotto come ricorda papa Francesco. Non possiamo continuare a banchettare alla mensa dell’ipocrisia. In secondo luogo credo sia importante che ci impegniamo ad abbattere quei muri di indifferenza che si sono consolidati nel nostro cuore. La vita dell’altro ci riguarda, è affare nostro, perché ognuno di noi è chiamato a condividere le gioie e i dolori dell’uomo d’oggi. Vincere l’indifferenza significa lottare ogni giorno per un mondo migliore, per un mondo più giusto. Abbiamo una grande opportunità: quella, partendo dal basso, di tracciare nuovi sentieri per questa nostra umanità. È necessario cambiare i parametri con cui è impostata la nostra società che dietro l’etichetta di civile continua a coltivare forme di barbarie e di inciviltà che sono causa solo di sofferenza e morte. Vincere l’indifferenza e conquistare la pace non è solo uno slogan, ma è un invito a far sì che in quest’anno maturiamo scelte robuste per estirpare il cancro dell’ipocrisia e della corruzione, al fine di sperimentare che solo la verità ci rende liberi e solo la giustizia ci dona di vivere in pace.


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