La preghiera di affidamento e di consegna nelle mani del Signore è veramente potente e dona serenità e fiducia. Credo sia importante che dinanzi alle continue tragedie che segnano la vita dell’umanità, sappiamo insieme riscoprire la potenza della preghiera, per non cadere nello sconforto e nella disperazione. Anche oggi da essa scaturiscono delle pagine intrise di meraviglia e stupore, veri e propri miracoli di vita.La vita è un mistero, la cui trama è un intreccio di gioie e dolori, di vittorie e di sconfitte. Molte volte, quando mi ritiro nella mia stanza, attraversando i corridoi della Casa della Carità e sentendo il respiro affannoso di qualcuno dei senza dimora che riposa nella camera adiacente alla mia, immagino che per tante persone la giornata è stata una dura lotta per resistere e sopravvivere. Mi tornano alla mente i volti e le storie di coloro che ho incontrato nel cammino della giornata. Ringrazio il Signore per ogni istante della mia storia e gli rendo lode perché alla scuola dei poveri mi sta insegnando a riconoscere i tratti meravigliosi della sua misericordia e della sua benevolenza. Consegno nella preghiera quanto vissuto e soprattutto l’immensità di tutti quei cuori trafitti dalla sofferenza e dal dolore. Affido ciascuno alla custodia di Cristo Crocifisso. Mentre il velo della stanchezza si posa sui miei occhi, quello dell’infinito amore di Dio ricolma di tenerezza e pace il mio cuore. Riposo mentre nel mio animo risuonano le parole di Gesù che sussurra ad ogni uomo Venite a me, voi tutti affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò. Stupore di un Amore !
In questo periodo è approdata alla Caritas una giovane donna africana, arrivata in Italia con una carretta del mare, in uno dei tanti viaggi della speranza. È giunta in Casa della Carità, disorientata e spaventata, ma soprattutto derubata della speranza. Questa giovane donna venduta per debiti, avviata alla prostituzione, in Libia ha subito violenze e angherie da parte dei suoi carcerieri. Ha lasciato l’inferno di Tripoli, portando nel suo grembo il frutto “amaro” di quelle violenze subite. La sua unica preoccupazione era uscire una volta per tutte da quell’incubo e un modo concreto per farlo era quello di disfarsi di quella creatura che portava in grembo. Noi in Caritas l’abbiamo prima di tutto accolta e ascoltata. Abbiamo cercato con le nostre forze di dissuaderla dal suo intento di interrompere la gravidanza. Ma nulla, niente ! Lei era decisa e sentiva quel drammatico gesto l’unica via per rotolare via quel macigno che le schiacciava il cuore. Per lei era come togliere un cancro che le aveva divorato la speranza, la fiducia, la gioia del domani. Dinanzi a questa immensa sofferenza ci siamo affidati alla Misericordia di Dio, al suo infinito Amore. Noi con le nostre povere forze non avevamo concluso un granché.
Una mattina della scorsa settimana un operatrice di una struttura è venuta per accompagnarla all’ospedale per sottoporsi all’intervento. È tornata nel pomeriggio. L’ho vista seduta sotto il portico della Casa della Carità. Mi ha salutato, mi ha sorriso, era sollevata, sembrava un’altra persona. Non capivo ! Mi sembrava troppo strano ! Poco dopo sono venuto a sapere che non aveva abortito. Arrivata in ospedale, stesa sul lettino, ha ascoltato il battito del cuore di quella creatura che portava in grembo. Le tenebre sono svanite, le paure si sono sciolte e lei ha voluto tornare a casa con la sua creatura. La vita ha vinto ancora una volta sulla morte. Quel battito le ha ridato la gioia di ascoltare il suo e la forza di riprendere in mano la sua vita, il coraggio di lottare per custodire e far crescere quel germoglio di speranza che è fiorito nel deserto di tanti soprusi e sofferenze. Meraviglia e stupore per la fedeltà di un Dio che continua a scrivere diritto sulle nostre righe storte.
Veramente il miracolo della vita e la potenza della preghiera dischiudono orizzonti impensabili e fanno brillare la notte come il giorno. Sono certo che l’Amore trionferà sempre e che questa giovane ragazza avrà la possibilità insieme a tutti noi, giorno dopo giorno, di contemplare come l’orizzonte dell’umanità diventerà sempre più luminoso, custodendo e promuovendo sempre ed in ogni circostanza il dono della vita.