“Abbiamo bisogno di lasciarci ricolmare dalla luce della Pasqua di Resurrezione, il passaggio dalla morte alla vita, dalla tristezza alla gioia, dalle tenebre alla luce. (…) Sono certo che il Risorto trasformerà i nostri cuori e che con il nostro sorriso ritrovato renderemo più bella questa nostra terra. Ogni sogno e ogni lotta porterà il suo frutto: apriamoci alla speranza: L’AMORE RISCALDI IL NOSTRO CUORE!”
Stiamo muovendo i primi passi dentro questa seconda quaresima in tempo di pandemia. Molti cuori sono pieni di paura, di sfiducia, di rabbia. È umanamente comprensibile. È necessario però guardare avanti, nutrirci di fiducia, di speranza, di vita nuova. Abbiamo bisogno di lasciarci ricolmare dalla luce della Pasqua di Resurrezione, il passaggio dalla morte alla vita, dalla tristezza alla gioia, dalle tenebre alla luce. Non c’è nulla della nostra vita che non venga illuminato dall’amore straripante di Cristo, nulla che non venga recuperato dalla sua misericordia.
Nutrirsi di Pasqua significa allora per ognuno di noi sentirsi amato sino alla fine da Gesù. Le nostre ferite vengono sanate dallo sguardo luminoso di Gesù, le nostre delusioni vengono sciolte dal suo tenero abbraccio, le nostre lacrime vengono asciugate dalle sue tenere carezze, i nostri peccati, tutti… proprio tutti, vengono amati dal suo grandissimo cuore. Vuol dire aprirsi alla gioia e alla speranza che un mondo nuovo è possibile, è affidato alle nostre fragili ma preziose mani.
Fin da quando ero bambino mi sono innamorato di Gesù e mi sono lasciato affascinare dal suo modo di amare. Ho sempre sognato un mondo capace di mettere la comunione, il perdono, la giustizia, la pace al di sopra degli interessi personali. Ho lottato perché un mondo secondo il cuore di Gesù fosse possibile. Ed oggi più che mai mi sento forte in questo. Avverto il desiderio forte di camminare insieme, affinché ogni persona in qualsiasi angolo della terra possa sperimentare la gioia di sentirsi uomo, di sentirsi vivo, di sentirsi figlio del Padre. Non posso più tollerare la tristezza negli occhi di un bambino, l’angoscia nel volto del fratello, la morte nel cuore del povero … la Pasqua non è una fiaba, è la nostra vita, è la nostra verità. Tutto questo, se crediamo nel Risorto, sarà superato e vinto.
In questo momento abbiamo bisogno di sanare quel debito di speranza e fiducia che ci ha appesantiti ed ha oscurato l’orizzonte del nostro futuro. Condivido questo dialogo che mi sembra possa essere di aiuta per abitare con rinnovata luce pasquale l’oscura notte che stiamo attraversando.
DIALOGO IN UNA NOTTE OSCURA
-Sentinella, quanto resta della notte?
-Molto, Signore. Forse troppo. È buia questa notte, non c’è luce all’orizzonte, il mondo è immerso nelle tenebre.
-Si, sentinella. Le tenebre avvolgono il mondo come una spessa coltre di catrame. Esso è buio e oscuro come una notte senza luna e senza stelle. I sentieri non hanno più una direzione. L’uomo vaga senza meta, guida cieca di altri ciechi. Solo fredde fiammelle di fuochi inconsistenti pretendono di tanto in tanto di rischiarare la via. Ma non sono fuochi di speranza. Il fratello odia il fratello, si invoca la morte sul nascere di un’esistenza e prima del suo finire. Si pretendono quelle libertà che libertà non sono…
-È notte ormai nel cuore dell’uomo, Signore. Una notte senza speranza.
-Eppure l’alba dovrà sorgere, prima o poi, sentinella.
-No, Signore, ormai l’alba non sorgerà più. Tutto è nero all’intorno, ogni cosa ha perso il suo colore, ogni uomo il suo volto. Tutto è piatto e uguale.
-No, sentinella. Questo è ciò che la notte vuol far credere. Ma le foglie rimarranno verdi, le rose profumeranno di nuovo, l’uomo risorgerà dal suo torpore, e l’universo, questo universo che ora si nasconde, tornerà a fissarci in volto, nonostante queste orrende tenebre rifiutino ancora la luce.
-Vorrei avere la sua fiducia, Signore. Ma guardi, nessuna luce si vede all’orizzonte. Non un fuoco che riscaldi questa notte fredda…
-Abbiamo il nostro fuoco, sentinella. Scaldiamoci a quello e teniamolo vivo per chi ne cercherà…
–L’uomo ha distrutto tutto, Signore. Anche il nostro fuoco presto si spengerà. E Dio? Dov’è Dio in tutto questo? Non è forse morto anche Lui? Mi risponda, Signore!
-Non ho risposte, sentinella. No, non ne ho. So solo che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza e ne aveva fatto un essere di luce. Ma quando l’uomo abbandonò l’Eterno, perse sé stesso, e si creò un dio a propria immagine e somiglianza… E furono le tenebre. Sentinella, quanto resta della notte?
-Troppo, Signore. Ancora troppo. Cediamo alla notte e chiudiamo gli occhi.
-Sorveglia, sentinella, sorveglia! Io veglierò con te.
-A che scopo, Signore? Ormai è inutile vegliare! Lasciamo che la notte ci avvolga e il buio del silenzio dia pace alle nostre anime. Ormai l’alba non sorgerà più.
-Sentinella, volgi gli occhi all’orizzonte e attendi. E ricorda: quando la notte è più oscura, è allora che sta per sorgere l’alba.
Sentinella! quanto resta della notte?
-Molto, Signore. O forse poco. E se l’occhio non mi inganna, una timida striscia di luce si affaccia all’orizzonte.
-No, sentinella, non t’inganni. È una flebile luce, ma crescerà e prima o poi vincerà sulla notte. Il suo nome è… AMORE.
Sono certo che il Risorto trasformerà i nostri cuori e che con il nostro sorriso ritrovato renderemo più bella questa nostra terra. Ogni sogno e ogni lotta porterà il suo frutto: apriamoci alla speranza: L’AMORE RISCALDI IL NOSTRO CUORE!
Don Davide Schiavon
2 marzo 2021