OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO A CHE PUNTO SIAMO? - CARITAS TARVISINA

OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO A CHE PUNTO SIAMO?

Gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals o MDG, o più semplicemente “Obiettivi del Millennio”) delle Nazioni Unite sono otto obiettivi che tutti i 191 stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere per l’anno 2015. La Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, firmata nel settembre del 2000, impegna gli stati a:

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  1. sradicare la povertà estrema e la fame
  2. rendere universale l’istruzione primaria
  3. promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne
  4. ridurre la mortalità infantile
  5. migliorare la salute materna
  6. combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
  7. garantire la sostenibilità ambientale
  8. sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo Caritas dal 2000 aderisce alla promozione di questa Campagna, cercando di diffonderne le tematiche in tutto il territorio diocesano.

Ma ripercorriamo cosa è accaduto in questi 15 anni. Il primo step temporale di verifica era fissato per il 2005. Il 2005 rappresentava la grande opportunità per la comunità internazionale, sia cattolica che della società civile tutta, per mobilitare le forze politiche e le risorse finanziarie necessarie ai paesi più poveri del mondo per dimezzare la povertà. Nel 2005 tre sono stati gli eventi internazionali che hanno prestato attenzione a queste tematiche: il G8, la riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’azione di sensibilizzazione che anche Caritas ha promosso mirava a ribadire che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono impegni che i governi hanno assunto liberamente nel 2000. Quindi ai rappresentanti politici dei paesi più ricchi si chiedeva un maggior impegno a tener conto nelle loro decisioni degli interessi e della voce dei più poveri. Il 2005 viene ancora oggi ricordato per la “Campagna mondiale contro la povertà”. In Italia è stata coordinata da Volontari nel mondo Focsiv e da Caritas Italiana ed ha assunto il nome di “I poveri non possono aspettare”. Nel 2007 Focsiv, Caritas Italiana, Associazioni Campagna 2005, in occasione del 40° Anniversario della Populorum Progressio, lanciano la campagna “Prima che sia troppo tardi”, con l’obiettivo di fare pressione perché i Governi attuino un cambiamento di rotta, dal momento che in quella data non era stato raggiunto nessun risultato significativo. Siamo nel 2015 ed eliminare la povertà estrema continua ad essere una delle sfide principali del nostro tempo, ed è una delle maggiori preoccupazioni della comunità internazionale. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ba Ki-moon, è convinto che “porre fine a questa tragedia richiede lo sforzo congiunto di tutti, governi, organizzazioni della società civile e del settore privato, in uno spirito di collaborazione per lo sviluppo più intensa ed efficace”.

Ma a che punto siamo?

OBIETTIVO 1: ELIMINARE LA POVERTA ESTREMA E LA FAME

Obiettivo: Dimezzare, tra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone il cui reddito giornaliero è inferiore a $1.25

  • L’obiettivo di dimezzare il tasso di povertà estrema é stato raggiunto cinque anni fa, prima della scadenza del 2015
  • Il tasso di povertà globale a $1.25 è sceso nel 2010 a meno della metà del tasso del 1990. Nel 2010, 700 milioni di persone in meno vivono in condizioni di povertà estrema rispetto al 1990. Tuttavia, a livello globale 1.2 miliardi di persone ancora vivono in estrema povertà. Obiettivo: Garantire un’occupazione completa e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti, incluse donne e giovani
  • Nel 2011 a livello mondiale, 384 milioni di lavoratori vivevano al di sotto della soglia di povertà di $1,25 al giorno – una riduzione di 294 milioni rispetto al 2001
  • In campo lavorativo, il divario di genere ancora persiste, con una differenza di 24.8 percento tra uomini e donne nel rapporto occupazione-popolazione nel 2012 Obiettivo: Dimezzare, tra il 1990 e il 2015, la percentuale di persone che soffrono la fame
  • L’obiettivo di riduzione della fame deve essere raggiunto entro il 2015
  • Nel mondo ci sono circa 870 milioni di persone che soffrono di denutrizione
  • Più di 100 milioni di bambini sotto i cinque anni di età sono denutriti e sottopeso.

 

OBIETTIVO 2: RAGGIUNGERE L’ ISTRUZIONE ELEMENTARE UNIVERSALE

Obiettivo: Garantire che, entro il 2015, tutti i bambini e le bambine, ovunque vivano, completino il ciclo degli studi elementari

  • L’iscrizione alla scuola primaria nei paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 90% nel 2010, salendo dall’82% del 1999. Quindi oggi il numero di bambini che frequenta la scuola primaria è il più alto mai registrato.
  • Nel 2011, 57 milioni di bambini in età da scuola primaria non si sono iscritti ai corsi.
  • Anche se i paesi con le sfide più dure hanno fatto passi da gigante, i progressi sull’iscrizione alla scuola primaria si sono rallentati. Tra il 2008 e il 2011 il numero di bambini non iscritti ad un istituto scolastico ma in età per farlo è sceso solo di 3 milioni.
  • Globalmente 123 milioni di giovani (di età compresa tra i 15 e 24) mancano delle capacità basiche di scrittura e lettura. Il 61% di loro sono giovani donne.
  • I divari di genere nel tasso di alfabetizzazione si stanno riducendo. Globalmente si avevano 95 giovani donne alfabetizzate ogni 100 giovani uomini nel 2010, cifra da comparare alle 90 donne ogni 100 uomini del 1990.

 

OBIETTIVO 3: PROMUOVERE L’UGUAGLIANZA FRA I SESSI E CONFERIRE POTERE E RESPONSABILITA’ ALLE DONNE

Obiettivo: Eliminare, preferibilmente entro il 2005 le disparità di genere nell’istruzione elementare e secondaria, e a tutti i livelli entro il 2015.

  • Il mondo ha raggiunto la parità (di genere) tra bambini e bambine nell’istruzione primaria, ma sono solo 2 paesi su 130 che hanno già raggiunto questo obiettivo a tutti i livelli di istruzione
  • A livello mondiale, tra 100 lavori salariati nel campo del settore non agricolo solo 40 erano svolti da donne nel 2011. Questo é uno sviluppo significativo dal 1990.
  • In molti paesi, la disuguaglianza di genere persiste le donne continuano a subire discriminazioni nel campo dell’accesso all’istruzione, del lavoro e delle attività economiche, e della partecipazione al governo. Per esempio, in tutto le regioni in via di sviluppo, le donne tendono ad avere lavori meno sicuri rispetto agli uomini e con meno benefici sociali.
  • Al 31 Gennaio 2013, la quota media di membri del parlamento donne in tutto il mondo era poco più del 20%.
  • La violenza contro le donne continua ad ostacolare il raggiungimento di tutti gli obiettivi.
  • La povertà è la barriera maggiore all’istruzione secondaria, specialmente tra le ragazze.
  • Le donne sono in gran parte relegate a forme di lavoro più vulnerabili.

 

OBIETTIVO 4: DIMINUIRE LA MORTALITA’ INFANTILE

Obiettivo: Ridurre di due terzi, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità fra i bambini al di sotto dei cinque anni di età.

  • Malgrado la crescita della popolazione, il numero di morti tra i bambini a di sotto dei 5 anni in tutto il mondo è diminuito dai 12.4 milioni del 1990 ai 6.9 milioni del 2011, significa circa 14.000 morti in meno ogni giorno.
  • Dal 2000 i vaccini contro il morbillo hanno evitato oltre 10 milioni di morti.
  • Malgrado si siano registrati progressi globali nella riduzione delle morti di bambini, si segnala invece una crescente porzione di esse nell’Africa Sub-Sahariana, dove un bambino su nove muore prima di raggiungere i cinque anni, e in Sud Asia, dove la cifra scende ad un bambino su 16 (dove un bambino su sedici muore prima di raggiungere i cinque anni).
  • Malgrado il tasso di mortalità al di sotto dei cinque anni sia complessivamente diminuito, il numero di mortalità durante il primo mese di vita è cresciuto.
  • I bambini con madri istruite –anche quelle che hanno ricevuto solo un’istruzione primaria- hanno più probabilità di sopravvivere dei i bambini con madri che non hanno ricevuto alcun tipo di istruzione.

 

OBIETTIVO 5: MIGLIORARE LA SALUTE MATERNA

Obiettivo: Diminuire di tre quarti il tasso di mortalità materna

  • La mortalità materna è stata quasi dimezzata dal 1990. Il numero di morti materne avvenute globalmente nel 2010 è stimato essere stato 287.000, con un declino del 47% dal 1990. Tutti i paesi hanno fatto progressi, ma ulteriori celeri interventi sono richiesti per raggiungere l’obiettivo.
  • Nell’Asia Orientale, in Nord America e in Sud Asia la mortalità materna è diminuita di circa due terzi.
  • Circa 50 milioni di bambini in tutto il mondo vengono partoriti senza assistenza specializzata adeguata.
  • Il tasso di mortalità materna nei paesi in via di sviluppo è ancora quindici volte più alto di quello dei paesi sviluppati.
  • Il divario tra aree rurali ed aree urbane nell’assistenza specializzata durante il parto è diminuito. Obiettivo: Raggiungere l’accesso universale alla sanità natale
  • Un numero più alto di donne riceve cure prenatali. Nei paesi in via di sviluppo le cure prenatali sono aumentate dal 63% del 1990 all’81% del 2011.
  • Nei paesi in via di sviluppo solo la metà delle donne riceve la quantità raccomandata di assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.

 

OBIETTIVO 6: COMBATTERE L’HIV/AIDS, LA MALARIA E ALTRE MALATTIE

Obiettivo: Fermare entro il 2015 e cominciare a invertire la diffusione dell’HIV/AIDS.

  • Il numero di nuove infezioni da HIV continua a diminuire nella maggioranza dei paesi.
  • Più persone che mai convivono con l’HIV a causa del minor numero di morti collegate all’AIDS e all’ancora grande numero di nuove infezioni contratte, con 2.5 milioni di nuovi infetti ogni anno.
  • La conoscenza complessiva delle modalità di trasmissione dell’HIV tra i giovani rimane bassa.
  • Un maggior numero di bambini orfani frequenta la scuola grazie ai grandi sforzi fatti per attenuare l’impatto dell’AIDS. Obiettivo: Assicurare, entro il 2010, l’accesso universale al trattamento per la cura dell’AIDS a tutti coloro che ne hanno bisogno.
  • Malgrado l’obiettivo non sia stato raggiunto nel 2011, la possibilità di accesso al trattamento per i malati di HIV è aumentata in tutti i paesi.
  • Alla fine del 2011, 8 milioni di persone hanno ricevuto una terapia antiretrovirale per l’HIV. Questo numero costituisce una crescita di oltre 1.4 milioni di persone dai dati registrati a dicembre 2010.
  • Dalla fine del 2011 undici nazioni hanno raggiunto l’accesso universale alla terapia antiretrovirale. Obiettivo: Fermare entro il 2015 e cominciare a invertire l’incidenza della malaria e di altre importanti malattie.
  • L’incidenza globale stimata della malaria è diminuita del 17% dal 2000, il tasso di mortalità relativo alla malaria è sceso del 25%.
  • Nella decade 2000-2010, sono state evitate 1.1 milioni di morti causate dalla malaria.
  • I paesi con un sistema di accesso agli interventi di controllo della malaria progredito hanno registrato una caduta del tasso di mortalità infantile di circa il 20%.
  • Grazie ai crescenti finanziamenti, più bambini possono dormire in letti provvisti di zanzariere trattate con insetticidi nell’Africa sub-Sahariana.
  • Il trattamento per la tubercolosi ha salvato circa 20 milioni di vite tra il 1995 e il 2011

 

OBIETTIVO 7: ASSICURARE LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE

Obiettivo: Integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi nazionali e invertire la perdita di risorse ambientali

  • Le foreste sono una rete di sicurezza per i poveri, ma continuano a scomparire a un ritmo allarmante.
  • Tra tutte le regioni in via di sviluppo, il Sud America e l’Africa hanno visto le maggiori perdite nette di aree forestali tra il 2000 e il 2010.
  • Le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) sono aumentate di oltre il 46 per cento dal 1990.
  • Nei 25 anni trascorsi dall’adozione del protocollo di Montreal sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono, c’é stata una riduzione di oltre il 98 per cento del consumo di sostanze dannose per l’ozono.
  • A Rio +20, nella Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, i leader mondiali hanno approvato un accordo dal titolo “Il futuro che vogliamo”, e più di 513 miliardi dollari sono stati stanziati per iniziative di sviluppo sostenibile.

Obiettivo: Ridurre la perdita di biodiversità, il raggiungimento, entro il 2010, di una riduzione significativa del tasso di perdita

  • Più aree della superficie terrestre sono protette. Dal 1990, le aree protette sono aumentate del 58 per cento.
  • La crescita nelle aree protette varia secondo i paesi e territori e non tutte le aree protette coprono siti chiave della biodiversità.
  • Entro il 2010, le aree protette di coprono il 12,7 per cento delle terre emerse del mondo, ma solo il 1,6 per cento della superficie totale dell’oceano. Obiettivo: Dimezzare, entro il 2015, la percentuale di popolazione senza un accesso sostenibile all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari di base
  • Il mondo ha raggiunto l’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone senza un accesso a fonti idriche, cinque anni prima del previsto.
  • Tra il 1990 e il 2010, più di due miliardi di persone hanno avuto un accesso più diretto a fonti di acqua potabile.
  • La percentuale di persone che utilizzano una fonte d’acqua migliorata é passata dal 76 per cento nel 1990 al 89 per cento nel 2010.
  • Oltre il 40 per cento di tutte le persone senza un miglior accesso all’acqua potabile vive in Africa sub-sahariana.
  • Nel 2011, 768 milioni di persone sono rimaste senza un miglior accesso ad una fonte di acqua potabile.
  • Oltre 240.000 persone al giorno ha avuto accesso a dei migliori servizi igienico sanitari dal 1990-2011.
  • Nonostante i progressi, 2,5 miliardi di persone nei paesi in via di sviluppo ancora non hanno accesso a dei migliori servizi igienico-sanitari.

Obiettivo: Raggiungere, entro il 2020, un significativo miglioramento nella vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli

  • L’obiettivo è stato raggiunto con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2020.
  • Il numero di residenti nelle baraccopoli urbane dei Paesi in via di sviluppo è diminuita dal 39 per cento nel 2000 al 33 per cento nel 2012. Più di 200 milioni di queste persone hanno avuto un miglior accesso a fonti idriche, a un miglioramento delle strutture igienico-sanitarie, abitative durevole o meno affollate, superando in tal modo l’obiettivo MDG
  • 863 milioni di persone sono stimate a vivere in baraccopoli nel 2012 rispetto a 650 milioni nel 1990 e 760 milioni nel 2000

 

 

OBIETTIVO 8: SVILUPPARE UNA COLLABORAZIONE GLOBALE PER LO SVILUPPO

Obiettivo: Sviluppare ulteriormente un sistema finanziario e commerciale che sia aperto, equo, basato su delle regole, prevedibile e non discriminatorio

  • Malgrado le promesse dei paesi membri del G20 di contrastare misure protezionistiche, risultato della crisi finanziaria globale, solo una piccola percentuale delle restrizioni commerciali introdotte dalla fine del 2008 è stata eliminata. Le misure protezionistiche finora hanno colpito circa il 3% del commercio globale. Obiettivo: Occuparsi delle particolari esigenze delle nazioni meno sviluppate.
  • Le tariffe imposte dalle nazioni sviluppate sui prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo sono rimaste in larga parte immutate fino al 2004, eccetto per le tariffe sui prodotti agricoli.
  • Gli aiuti bilaterali all’Africa sub-Sahariana sono diminuiti di circa l’1% nel 2011.
  • Alcune iniziative di riduzione del debito pubblico delle nazioni povere fortemente indebitate (HIPCs) hanno avuto qualche successo, ma 20 paesi in via di sviluppo rimangono ad alto rischio. Obiettivo: Affrontare i bisogni speciali dei paesi in via di sviluppo privi di sbocchi al mare e degli stati in via di sviluppo delle piccole isole.
  • Gli aiuti ai paesi in via di sviluppo privi di sbocchi al mare sono diminuiti nel 2010 per la prima volta nell’intera decade, mentre gli aiuti agli stati in via di sviluppo delle piccole isole sono aumentati sostanzialmente. Obiettivo: Trattare in maniera efficace i problemi del debito dei Paesi in via di sviluppo.
  • In questo momento sembra che i paesi in via di sviluppo abbiano resistito alla crisi economica. Nel 2011 il rapporto tra debito e PIL è diminuiti in molti paesi in via di sviluppo. Alcune vulnerabilità rimangono. La crescita attesa per il 2012 e il 2013 sarà più lenta, e questo potrebbe indebolire i rapporti tra debito e PIL. Obiettivo: In collaborazione con le aziende farmaceutiche, garantire l’accesso ai farmaci essenziali nei paesi in via di sviluppo.
  • Le risorse disponibili per il rifornimento di medicinali essenziali sono aumentati nel 2011 grazie ad alcuni specifici fondi globali per la salute, malgrado la crisi economica mondiale.
  • Ci sono stati piccoli miglioramenti negli ultimi anni nella crescente disponibilità ed accessibilità alle medicine essenziali nei paesi in via di sviluppo. Obiettivo: Nella collaborazione con il settore privato offrire benefici sulle nuove tecnologie, specialmente nel campo dell’informazione e delle comunicazioni
  • Il 74% degli abitanti dei paesi sviluppati sono utenti di Internet, rispetto al 26% di abitanti dei paesi in via di sviluppo.
  • Il numero globale di abbonamenti relativi alla telefonia mobile alla fine del 2011 ha raggiunto i 6 miliardi.

04/02/2015 – Fonte: http://www.onuitalia.it/component/content/article/34/51


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