Riscoprire Dio e l’altro - CARITAS TARVISINA

Riscoprire Dio e l’altro

Sta per iniziare il tempo della quaresima, tempo di grazia e di conversione. È una occasione molto prezioso per ritrovare la bellezza dell’umano. È rimettersi in ricerca del vero, del bello e del buono. Si tratta di lasciarsi plasmare dalla misericordia affinché il nostro cuore diventi sempre più sorgente di speranza e casa accogliente per ogni uomo. La quaresima diventi cammino interiore per accordare una nuova possibilità ad ogni persona, partendo proprio dalla nostra situazione personale. Accogliamo questo itinerario prezioso per ritrovare la nostra verità e libertà, per ascoltare il nostro anelito profondo alla gioia.

Papa Francesco nel suo messaggio ci invita a metterci in ascolto di questo appello di verità per la vita di ciascuno. “La Quaresima è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. E sempre questo tempo ci rivolge un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio «con tutto il cuore» (Gl 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore. Gesù è l’amico fedele che non ci abbandona mai, perché, anche quando pecchiamo, attende con pazienza il nostro ritorno a Lui e, con questa attesa, manifesta la sua volontà di perdono” (Omelia S. Messa, 8 gennaio 2016).

Papa Francesco partendo dalla parabola di Lazzaro e del ricco epulone ci invita a scoprire che l’altro è un dono da scoprire ogni giorno della nostra vita. “Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore  all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto. La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino. Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore. La Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhi per accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole. Ma per poter fare questo è necessario prendere sul serio anche quanto il Vangelo ci rivela a proposito dell’uomo ricco”.

Questo tempo di quaresima ci invita anche a prestare attenzione al peccato che ci acceca, che ci rende indifferenti verso gli altri e fautori della logica dello scarto. Siamo chiamati a vivere un discernimento serio su che cosa sta al centro del nostro cuore, su cosa poggia. “Dice l’apostolo Paolo che «l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10). Essa è il principale motivo della corruzione e fonte di invidie, litigi e sospetti. Il denaro può arrivare a dominarci, così da diventare un idolo tirannico (Evangelii gaudium, 55). Invece di essere uno strumento al nostro servizio per compiere il bene ed esercitare la solidarietà con gli altri, il denaro può asservire noi e il mondo intero ad una logica egoistica che non lascia spazio all’amore e ostacola la pace. La parabola ci mostra poi che la cupidigia del ricco lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell’esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza (Evangelii gaudium, 62). Il gradino più basso di questo degrado morale è la superbia. L’uomo ricco si veste come se fosse un re, simula il portamento di un dio, dimenticando di essere semplicemente un mortale. Per l’uomo corrotto dall’amore per le ricchezze non esiste altro che il proprio io, e per questo le persone che lo circondano non entrano nel suo sguardo. Il frutto dell’attaccamento al denaro è dunque una sorta di cecità: il ricco non vede il povero affamato, piagato e prostrato nella sua umiliazione”.

È necessario che in questo itinerario quaresimale rimettiamo al centro l’ascolto della Parola per ritrovare la nostra verità e la nostra libertà. E per fare questo è necessario che diamo spazio al silenzio affinché la grazia dello Spirito Santo ci renda disponili e docili per diventare sempre più strumenti nelle mani del Signore. “Emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello. La Quaresima è il tempo favorevole per rinnovarsi nell’incontro con Cristo vivo nella sua Parola, nei Sacramenti e nel prossimo. Il Signore – che nei quaranta giorni trascorsi nel deserto ha vinto gli inganni del Tentatore – ci indica il cammino da seguire. Lo Spirito Santo ci guidi a compiere un vero cammino di conversione, per riscoprire il dono della Parola di Dio, essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi. Preghiamo gli uni per gli altri affinché, partecipi della vittoria di Cristo, sappiamo aprire le nostre porte al debole e al povero. Allora potremo vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua”.


Ultime notizie

Preghiera per i migranti morti lungo il cammino

“Ascoltiamo il silenzio”: in Casa della carità la preghiera per i migranti morti lungo il cammino. Dal Vescovo l’invito alla condivisione e alla compassione, per fermare la contabilità dei morti e per far crescere convivenza e sicurezza Un momento di preghiera con il Vescovo Tomasi diventato ormai tradizionale, quello vissuto venerdì sera, 29 settembre, in

Non alzare muri, ma mettersi in gioco

Il povero non ci chiede di dargli qualcosa, ma di mettere in gioco la propria esistenza, di donare la vita Servire Carità onorando la sacralità della vita di ogni uomo non è una questione riconducibile a qualche buona azione, né a qualche forma significativa di elemosina per tacitare la propria coscienza. La carità non può

Dalla difesa al dialogo

Ci invita ad abitare la storia con la consapevolezza che il suo amore è più forte di tutto. Ci chiede di avere cuori aperti e liberi, capaci di dialogare e di non stancarsi mai di lavorare per costruire sentieri di comunione dove è onorata la dignità di ogni persona Sono rimasto molto colpito dalla frase

Punti di forza e criticità di questo tempo

Ascoltare le difficoltà delle famiglie, i loro bisogni, ma più semplicemente il loro raccontarsi ci ha messo in contatto con la necessità di coltivare la dimensione dell’essere verso, della progettualità, quindi del futuro e della speranza. In un momento di buio, nel cuore delle famiglie è stata custodita la scintilla della fiducia e della speranza